Premio Pantheon

«Per il raggiungimento dell’importante traguardo dei 25 anni di vita e per il significativo contributo in termini di competenza e innovazione nel Terzo settore, ambito in cui il Centro di Servizio per il Volontariato di Verona ha saputo costruire reti tra enti pubblici, mondo profit e cittadini». È con questa motivazione che lo scorso 15 dicembre a Villa Arvedi di Grezzana è stato consegnato al CSV Verona il Premio Pantheon 2022, un riconoscimento offerto da Verona Network a persone, enti, associazioni o progetti attivi nel Terzo settore.

Premio Pantheon

A ritirare il Premio dalle mani del sindaco di Grezzana Arturo Alberti è stato il presidente del CSV Roberto Veronese: «Siamo onorati di ricevere questo riconoscimento a coronamento di un anno intenso che ci ha visti impegnati per celebrare l’importante anniversario dei 25 anni. – ha commentato Veronese – Noi siamo nati nel 1997, cinque anni dopo la legge sul volontariato, e da allora non ci siamo mai fermati per cercare di contribuire, attraverso il fare rete, la formazione, il supporto, la sensibilizzazione a rendere la nostra società partecipata e migliore».

L’edizione del Premio Pantheon 2022 ha visto salire sul palco di Villa Arvedi anche Davide De Togni e Anastasiia, rispettivamente responsabile del progetto e membro del gruppo di studenti ucraini arrivati a Verona a seguito del conflitto. Entrambi fanno parte di Stage for Ukraine.

La motivazione con cui è stato consegnata la targa è la seguente: «Per la sensibilità dimostrata, sin dall’inizio della guerra, nei confronti dei giovani studenti dell’Accademia di Arte Drammatica di Kiev, che hanno così potuto proseguire gli studi al sicuro in Italia, per lo spirito di solidarietà e l’altruismo che ha contraddistinto da subito questo progetto teatrale umanitario».

«Il progetto è partito quasi subito da un’idea del regista Matteo Spiazzi e della coreografa Katia Tubini. – ha spiegato De Togni – All’inizio abbiamo ospitato nelle nostre case i ragazzi che arrivavano dalle zone di guerra. Lo sforzo che abbiamo fatto è stato grande ed è stato ripagato: vedere così tante persone intorno a noi ci riempie il cuore. Ora speriamo che il conflitto finisca il prima possibile in modo da consentire ai ragazzi di tornare a casa».

«Quando sono arrivata qui a Verona non sapevo se mi sarei ambientata, se sarei riuscita a trovare la mia strada. È stato difficile – ha detto Anastasiia – Ora però vedo che un futuro è possibile».